A POETRY PER WEEK - #15

 TEMPO DI LETTURA: 2 MINUTI E 54 SECONDI


Come per ogni settimana arriva il nostro appuntamento con il piccolo salotto letterario di Phil.

Oggi 25 settembre è la giornata mondiale dei sogni, è un evento d'azione globale dedicata a mettere in moto i sogni. C’è chi come me cerca di realizzare ogni giorno i sogni della propria vita, chi vive di sogni e chi sogna soltanto ad occhi aperti. “Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni” quante volte abbiamo letto o sentito questa frase? È un’aforisma estratto dalla poesia che caratterizza questo nostro appuntamento letterario su uno degli autori più romantici: Pablo Neruda.

Buon weekend e Buona Luce.
Phil


Ti manderò un bacio nel vento
PABRO NERUDA

Ti manderò un bacio con il vento
e so che lo sentirai,
ti volterai senza vedermi ma io sarò li.
Siamo fatti della stessa materia
di cui sono fatti i sogni
Vorrei essere una nuvola bianca
in un cielo infinito
per seguirti ovunque e amarti ogni istante.
Se sei un sogno non svegliarmi.
Vorrei vivere nel tuo respiro
(Mentre ti guardo muoio per te
Il tuo sogno sarà di sognare me
Ti amo perché ti vedo riflessa
in tutto quello che c’è di bello)
Dimmi dove sei stanotte
ancora nei miei sogni?
Ho sentito una carezza sul viso
arrivare fino al cuore.
Vorrei arrivare fino al cielo
e con i raggi del sole scriverti ti amo.
Vorrei che il vento soffiasse ogni giorno
tra i tuoi capelli,
per poter sentire anche da lontano
il tuo profumo!
(Vorrei fare con te quello
che la primavera fa con i ciliegi)

A POETRY PER WEEK - #14

  TEMPO DI LETTURA: 1 MINUTO E 47 SECONDI



Come per ogni settimana arriva il nostro appuntamento con il piccolo salotto letterario di Phil. 

Il tema della poesia di oggi è l’amore, specificamente il tormento d’amore che risuona spesso nelle ultime liriche del Liber catulliano. Qui un solo distico esprime con forza il dissidio interiore del poeta, in cui convivono due opposti sentimenti, l’odio e l’amore, che gli danno contemporaneamente gioia e strazio, basti guardare l’ultimo
verbo nella versione latina “excrucior”, che letteralmente significa "sono messo in croce"  rievoca un'immagine fortemente drammatica e rimanda, con la sua pronuncia, all'idea del dolore lacerante e la condanna alla croce. Il tono sincero e la tormentosa concisione caratterizzano la lirica, una delle più celebri nella poesia d’amore del mondo e di tutti i tempi.


Odi et amo
CATULLO

Io odio e amo. Perché, forse mi chiedi, fai così?
Non so, ma sento che ciò avviene, e mi tormento.

A POETRY PER WEEK - #13

 TEMPO DI LETTURA: 4 MINUTI E 50 SECONDI


Come per ogni settimana arriva il nostro appuntamento con il piccolo salotto letterario di Phil.
L’estate è finita da qualche settimana e quale miglior momento per proporvi una delle liriche più celebri di Gabriele D’Annunzio che nacque a Pescara nel 1863. Cos’è l’amore? Facciamocelo raccontare da “La pioggia nel pineto”, la lirica coglie un momento magico dell’estate. È un esempio tra i più celebri della capacità dannunziana di trasformare la parola in musica. Il componimento è una canzone libera formata da quattro strofe di 32 versi liberi ciascuna. Nell’ultimo verso di ogni strofa compare il nome di Ermione, la figura femminile che funge da interlocutore. Per velocità di lettura alcune strofe sono state eliminate ma resta comunque una grandissima lirica che vale la pena leggere per intero.

Buon weekend e buona luce.

Phil




La pioggia nel pineto
GABRIELE D'ANNUNZIO

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.

Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.

[…]

Piove su le tue ciglia nere
sìche par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.

E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.

A POETRY PER WEEK - #12

  TEMPO DI LETTURA: 3 MINUTI E 34 SECONDI



È finita l’estate, settembre è ormai arrivato e dopo quasi un anno di assenza, finalmente, come per ogni settimana arriva il nostro appuntamento con il piccolo salotto letterario di Phil.

Sapete perché la poesia è così importante? La poesia è importante perché ci aiuta a capire e ad apprezzare il mondo che ci circonda. La forza della poesia sta nella sua capacità di gettare una luce "laterale" sul mondo, in modo che la verità ci arrivi di soppiatto. Non c'è dubbio. La poesia ci insegna a vivere. Riesce a liberarci dalle catene della nostra quotidianità, un po’ come accade all’Albatros di Charles Baudelaire, poesia pubblicata all’interno della raccolta I fiori del male: è la seconda poesia della raccolta (prima edizione: 1857) e si trova nella prima delle sei sezioni in cui è divisa l’opera e che ha per titolo Spleen et Idéal. Baudelaire, dicono i critici, aveva una relazione extraconiugale con un altro artista dell’epoca Arthur Rimbaud e forse l’albatros rappresentava la sua situazione al limite della libertà, che ne pensate?

Buon weekend e Buona Luce.

L'Albatros
CHARLES BAUDELAIRE

Souvent, pour s’amuser, les hommes d’équipage
Prennent des albatros, vastes oiseaux des mers,
Qui suivent, indolents compagnons de voyage,
Le navire glissant sur les gouffres amers.

À peine les ont-ils déposés sur les planches,
Que ces rois de l’azur, maladroits et honteux,
Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches
Comme des avirons traîner à côté d’eux.

Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule!
Lui, naguère si beau, qu’il est comique et laid!
L’un agace son bec avec un brûle-gueule,
L’autre mime, en boitant, l’infirme qui volait!

Le Poète est semblable au prince des nuées
Qui hante la tempête et se rit de l’archer;
Exilé sur le sol au milieu des huées,
Ses ailes de géant l’empêchent de marcher.


L'Albatros
CHARLES BAUDELAIRE
(traduzione a cura di Giovanni Raboni x Mondadori)

Spesso, per divertirsi, i marinai
catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
indolenti compagni di viaggio delle navi
in lieve corsa sugli abissi amari.

L’hanno appena posato sulla tolda
e già il re dell’azzurro, maldestro e vergognoso,

pietosamente accanto a sé strascina
come fossero remi le grandi ali bianche.

Com’è fiacco e sinistro il viaggiatore alato!
E comico e brutto, lui prima così bello!
Chi gli mette una pipa sotto il becco,
chi imita, zoppicando, lo storpio che volava!

Il Poeta è come lui, principe delle nubi
che sta con l’uragano e ride degli arcieri;
esule in terra fra gli scherni, impediscono
che cammini le sue ali di gigante.

MARRAKESH