A POETRY PER WEEK - #12

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È finita l’estate, settembre è ormai arrivato e dopo quasi un anno di assenza, finalmente, come per ogni settimana arriva il nostro appuntamento con il piccolo salotto letterario di Phil.

Sapete perché la poesia è così importante? La poesia è importante perché ci aiuta a capire e ad apprezzare il mondo che ci circonda. La forza della poesia sta nella sua capacità di gettare una luce "laterale" sul mondo, in modo che la verità ci arrivi di soppiatto. Non c'è dubbio. La poesia ci insegna a vivere. Riesce a liberarci dalle catene della nostra quotidianità, un po’ come accade all’Albatros di Charles Baudelaire, poesia pubblicata all’interno della raccolta I fiori del male: è la seconda poesia della raccolta (prima edizione: 1857) e si trova nella prima delle sei sezioni in cui è divisa l’opera e che ha per titolo Spleen et Idéal. Baudelaire, dicono i critici, aveva una relazione extraconiugale con un altro artista dell’epoca Arthur Rimbaud e forse l’albatros rappresentava la sua situazione al limite della libertà, che ne pensate?

Buon weekend e Buona Luce.

L'Albatros
CHARLES BAUDELAIRE

Souvent, pour s’amuser, les hommes d’équipage
Prennent des albatros, vastes oiseaux des mers,
Qui suivent, indolents compagnons de voyage,
Le navire glissant sur les gouffres amers.

À peine les ont-ils déposés sur les planches,
Que ces rois de l’azur, maladroits et honteux,
Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches
Comme des avirons traîner à côté d’eux.

Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule!
Lui, naguère si beau, qu’il est comique et laid!
L’un agace son bec avec un brûle-gueule,
L’autre mime, en boitant, l’infirme qui volait!

Le Poète est semblable au prince des nuées
Qui hante la tempête et se rit de l’archer;
Exilé sur le sol au milieu des huées,
Ses ailes de géant l’empêchent de marcher.


L'Albatros
CHARLES BAUDELAIRE
(traduzione a cura di Giovanni Raboni x Mondadori)

Spesso, per divertirsi, i marinai
catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
indolenti compagni di viaggio delle navi
in lieve corsa sugli abissi amari.

L’hanno appena posato sulla tolda
e già il re dell’azzurro, maldestro e vergognoso,

pietosamente accanto a sé strascina
come fossero remi le grandi ali bianche.

Com’è fiacco e sinistro il viaggiatore alato!
E comico e brutto, lui prima così bello!
Chi gli mette una pipa sotto il becco,
chi imita, zoppicando, lo storpio che volava!

Il Poeta è come lui, principe delle nubi
che sta con l’uragano e ride degli arcieri;
esule in terra fra gli scherni, impediscono
che cammini le sue ali di gigante.

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