A POETRY PER WEEK - #3

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Nonostante la grave emergenza sanitaria che sta affrontando il nostro amato paese, Phil vuole contribuire a far distogliere per un attimo l'attenzione dal Coronavirus. Chi mi segue su instagram sa già che provo da qualche giorno a intrattenere attraverso le stories, sia con dati e aggiornamenti utili sul COVID-19 ma anche con qualche simpatico spunto per strappare qualche sorriso in questi giorni di quarantena.

Inoltre oggi è giovedì, e su Phil by Filippo Fattoruso si parla di poesia! È una rubrica ancora acerba e nuova sul Blog ma spero possa essere sempre più interessante e farvi fare bella figura con parenti e amici, sopratutto con quelli che di letteratura e poesia ne capiscono! 

Nello specifico oggi avevo deciso di parlare del passo sulla Peste di Manzoni che è (ri)diventato famoso in questi giorni per via del flusso di migliaia di persone che - spaventante dal fatto che la Lombardia e province sarebbero state chiuse - sono ritornate nella loro città natale al Sud della penisola creando panico e paura a causa di una diffusione del virus molto più rapida e sopratutto estesa a tutto il territorio, come d'altronde è successo! Proprio come scriveva Manzoni circa la peste: Nonostante le gride che proibivano di lasciare la città e minacciavano le solite pene severissime, come la confisca delle case e di tutti i patrimoni, furono molti i nobili che fuggirono da Milano per andarsi a rifugiare nei loro possedimenti in campagnaL'italia si trova oggi in zona rossa e tutti i cittadini non possono fare altro che restare a casa e contribuire a rispettare le regole imposte dal governo, così come ha fatto la Cina, dove la situazione migliora di giorno in giorno!

Ma proprio perchè era mia intenzione cambiare discorso voglio lasciarvi con una bellissima poesia. Spero possa far riflettere e sperare in un domani migliore, un domani in cui ritorneremo ad abbracciarci, a prendere il caffè insieme e ritornare a lavoro senza mascherina, ne paura. 

Ritorna nel nostro piccolo salotto letterale Emily Dickinson la poetessa statunitense di buona famiglia, diventata celebre sopratutto dopo la sua morte!

Hope
EMILY DICKINSON - (1830-1886)

Hope is the thing with feathers -
That perches in the soul -
And sings the tune without the words -
And never stops - at all -

And sweetest - in the Gale - is heard -
And sore must be the storm -
That could abash the little Bird
That kept so many warm -

I’ve heard it in the chillest land -
And on the strangest Sea -
Yet - never - in Extremity,
It asked a crumb - of me.



Traduzione:

La Speranza
EMILY DICKINSON 


La Speranza è un essere piumato -
che si posa sull’anima -
e canta melodie senza parole -
e non finisce - mai -

La brezza ne diffonde l’armonia -
e solo una tempesta violentissima -
potrebbe sconcertare l’Uccellino -
che ha consolato tanti -

L’ho ascoltato nella terra più fredda -
e sui più strani mari -
Eppure - mai - neanche nella necessità -
ha chiesto mai una briciola – a me.

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